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MONUMENTI DA ASSAGGIARE I PRODOTTI DELLA NOSTRA TERRA

SONO VARI E GENUINI.

OLIO DI OLIOVA PAESANO

Fontanelle è considerato il Paese dell’OLIO FRUTTO DELLE PIANTE SECOLARI un pesino nel verde degli oliveti, tanto da avere un frantoio "LE TRE MACINE". Il prodotto dominante è quindi l’olio di oliva  prodotto con tecniche naturali senza trattamenti e concimazioni chimici. Sono presenti però anche parti di territorio aziendale dedicate ai frutti: ciliegi, noccioline.

L'olio ha preso campo su una buona clientela, soprattutto per un passaparola tra amici e conoscenti, arrivando anche a soddisfare una richiesta più ampia.

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video del Frantoio LE-TRE-MACINE-PATROSCELLO Fontanelle

RU CASO RE MARZO (formaggio di marzo) marzolino o marzellina.

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 un antico formaggio come le sue origini prodotto nella frazione collinare. Viene fatto con latte di pecora o capra la superficie è cosparsa di erbe aromatiche "pimpinella" è di un lieve colore giallo tendente al paglierino, la pasta è candida, tenera e spalmabile è lieve ma deciso, il gusto delicato, leggermente piccante, aromatico e caratteristico, ne fanno un'autentica prelibatezza,  un prelibato formaggio morbido di media stagionatura prodotto nella frazione Fontanelle di Teano durante il mese di marzo, con il latte crudo di pecora o capra appena munte vengono miscelati, filtrati e coagulati con caglio vegetale ottenuto dai fiori di cardo; la cagliata, rotta finemente, viene trasferita in piccole fuscelle strette e lunghe; dopo una leggera salatura, le piccole forme oblunghe, di circa 150 grammi, vengono lasciate riposare su tavole di legno e cosparse di timo selvatico essiccato. secondo un'antica tradizione la stagionatura, che dura circa sei mesi, avviene in cantine scavate  in apposite nicchie ricavate o vasi di terracotta nel sottosuolo tufaceo a una ben precisa profondità, lungo le pareti delle scale di accesso conferiscono a questo formaggio un sapore penetrante, forte e insolito, antico come le sue origini. questo Formaggio  molto diffuso in zona, è in serio pericolo di estinzione ma per fortuna è ancora possibile trovarlo chiedendo in paese. 

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Guanti e Crespelle

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I Guanti Fontanellesi sono un dolce tipico campano. Non si vendono in pasticceria nè al supermercato. Ma sono così buoni speciali che in poco tempo hanno fatto e continuano a fare il giro del Territorio.

Quella dei Guanti  è una tradizione che si tramandano di generazione in generazione e le nostre nonne ne custodiscono gelosamente la ricetta. Si usava preparare una grande quantità in occasione di feste e ricorrenze. Deve il suo nome all’esclamazione di un uomo che, infilandoci la mano dentro disse “Sembra proprio un guanto”. Fu così che questo dolce ebbe il suo battesimo. La forma è quella di una corona, gli ingredienti sono semplici e gli aromi sono quelli del limone, dell’anice e del vermouth. Non chiamatela ciambella però, eh! Il Guanto  è sua maestà, il re delle nostre più antiche tradizioni.

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Le crespelle sono un dolce molto antico, che non tutte le famiglie sono ancora solite preparare, ma che tuttavia sopravvive nelle usanze di qualche massaia affezionata alle tradizioni di un tempo. Si tratta di ciambelline fritte, di solito chiuse a forma di nodo, molto speziate alla cannella e profumate di agrumi; una preparazione fondamentalmente povera, priva di uova, patate, latte, burro o miele, che richiede maestria e velocità nell’esecuzione dell’impasto. Usanza vuole che occorra alzarsi presto al mattino per prepararle, chiudersi in casa e non far fuoriuscire neanche un effluvio, un odore, un profumo che lasci intendere alla gente invidiosa che si stanno preparando le crespelle; altrimenti, finirebbero con lo scoppiare durante la cottura! Una sorta di “rituale”, insomma, che vuole suggerire quanto vadano certosinamente lavorate.

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A PIZZONTA (Pizza fritta)

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La Pizzonta o meglio scritta come “Pizz’ onta” altro non è che una “pizza unta”, cioè un impasto di pane (o pizza) unta di olio, e quindi fritta.

Come moltissime ricette della nostra tradizione popolare, la ricetta della Pizzonta è una ricetta di famiglia e non ha un vero e proprio disciplinare di preparazione, ma la troverete nella Famosa sagra Fontanellese, servita sia in versione salata (con il sale sopra) che in versione dolce (con lo zucchero) o anche ripiena.

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Un cibo povero che ha una storia antica e che ritrova tutte le caratteristiche della cucina dei nostri nonni: una cucina del riciclo, dove niente veniva buttato e tutto poteva essere usato in cucina; la pizzonta infatti veniva spesso preparata in concomitanza con la preparazione delle pizze e degli impasti lievitati. Una parte di quell’ impasto veniva spezzato in palline, allargate a mano e poi fritte in grandi calderoni. Nelle sagre paesane infatti troverete delle signore che, armate di cuffietta per i capelli, schiumarola gigante -quelle con il manico lunghissimo che permette di non scottarsi- ( le signore di una volta ne sapevano di )friggono in continuazione in calderoni giganti

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L’ odore della pizza fritta lo sentirete da centinaia di metri di distanza e come un cane da tartufo attirato dal bottino, così vi dirigerete verso la bancarella delle pizzonte con un’ unica idea in testa: “Ne mangerò fino a star male!” che poi ve ne basteranno 2!
E si, 2 perchè dovete sapere che la grandezza di una “normale” pizzonta Fontanellese deve avere almeno il diametro di una ruota di bicicletta!

IL MIELE

Il miele di Fontanelle è famoso per la sua bontà, e le caratteristiche di questo zuccheroso alimento sono legate alla posizione strategica del territorio. IL Territorio vanta una vocazione apistica secolare, proprio per la sua collocazione rispetto alla flora: dà la possibilità alle api operaie di disporre di colture pollinifere e nettarifere in notevoli superfici. Come noto, il lavoro che svolgono questi piccoli ma preziosi insetti è fondamentale nell’ottica della biodiversità, e soprattutto nel preservare le specificità del nostro ecosistema. È grazie a loro che avviene l’impollinazione, e di conseguenza la formazione dei frutti, poiché sono loro che trasportano il polline da un fiore all’altro. Questa specie inoltre costituisce il più importante biondicatore esistente. Se le api prediligono un luogo in particolare, vuol dire che questo è sano. Qui vengono vendute e realizzate le maggiori varietà di miele esistenti, come quello d’acacia, di castagno ,di ciliegio ,di millefiori etc...I sapori di questo territorio sono unici e ricchi di valore. Tantissime sono le società che hanno fatto di questa dolce prelibatezza il proprio fiore all’occhiello, e una di queste è LA VALLE DELLE API di Fontanelle. Quest’azienda, come tante altre, rappresenta un perfetto connubio di amore per la natura e per il territorio. Rispettare l’ambiente e godere dei suoi doni è possibile.

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IL VINO SFUSO 

Per vino sfuso si intende il vino non ancora imbottigliato e non sigillato ermeticamente con il tappo in sughero o plastica, che i produttori vendono in damigiane. Fino a metà degli anni ‘80 era diffuso la consuetudine di acquistare vino sfuso in damigiana presso la cantina di fiducia. Il riavvicinamento del consumatore al vino sfuso, è tornato  soprattutto negli ultimi anni, in cui, a causa della crisi economica, i consumi alimentari si sono orientati verso il recupero delle tradizioni e dei prodotti a chilometro zero, controllati e di buona qualità.Il modo più affascinante per procurarsi il vino sfuso è certamente quello di andarlo a cercare dove nasce: nella cantina del produttore. Questa è un’occasione per scoprire che cosa si nasconde dietro ad un vino: il territorio di appartenenza ed il sistema di produzione utilizzato per produrlo.  Fontanelle è posto ad una posizione adatta per coltivare vigneti, i produttori locali hanno cercato per i loro vigneti le posizioni migliori per ottenere uve idonee e ottimo vino.

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